A piazza Camagna si è celebrato l’extravergine di qualità , discusso assieme a esperti e rappresentanti delle istituzioni sul futuro dell’olivicoltura reggina ED è STATO PRESENTATO E DISTRIBUITO L’OLIO LIVATINO
“Olio in piazza” 2015
Sabato 28 marzo 2015, a Piazza Camagna (RC), il Conasco –organizzazione di produttori olivicoli – ha organizzato “Olio in Piazza”, l’appuntamento annuale per parlare di olivicoltura e di olio di qualità.
Dopo i saluti del presidente della cooperativa, Carmelo Vazzana che ha auspicato più sinergia tra le istituzioni e gli operatori di settore, tra le organizzazioni olivicole e concrete azioni comuni da mettere in campo per la valorizzazione delle produzioni di qualità e delle strutture sociali»,ha introdotto i lavori il coordinatore tecnico Conasco, Alessandro Passalia – relazionando sui i risultati della terza annualità del progetto CE 867/08 e s.m.i., che si pongono in continuità con le azioni realizzate nell’attuazione dei precedenti programmi comunitari per il miglioramento della qualità dell’olio extra vergine di oliva e mirano a potenziare la competitività della aziende olivicole socie nel rispetto dell’ambiente.
Significativo il contributo al dibattito della Dirigente Maria Rosaria Russo, dell’IPSASR di Rosarno che ha presentato l’olio della legalità intitolato al giudice Rosario Livatino evidenziando che il Piria di Rosarno ha realizzato una proficua collaborazione con il Conasco, realizzando corsi formativi e attività di assistenza dei propri agronomi per la corretta applicazione del Disciplinare Conasco al fine di ottenere la certificazione dell’olio “Livatino” dell’azienda agricola della scuola.
“Ripensiamo la nostra olivicoltura. Scommettiamo sull’extravergine! Investiamo sulle scuole”, ha concluso la Preside sottolineando la presentazione dell’olio Livatino all’EXPO 2015.
L’attenzione, in questa edizione , è stata rivolta all’aspetto produttivo dell’olio extravergine, collegato a ricerca, sperimentazione, innovazione e assistenza tecnica ma soprattutto alla cooperazione tra aziende produttrici ed alla capacità di fare rete tra le organizzazioni olivicole presenti nel territorio, per imporsi sui mercati con masse critiche dalle quantità e qualità alte.
Da qui la necessità da parte delle aziende olivicole di valutare, con priorità, il peso della qualità per contrastare le difficoltà legate alla crisi – individuando i punti di debolezza lungo la filiera su cui lavorare per garantire uno sviluppo alla produzione e la tutela del territorio, come ha evidenziato nel corso del suo intervento, Domenico Fazari, presidente ‘Primolio’ e consigliere delegato alla qualità del Conasco, e di promuovere extravergini certificati – i marchi DOP e IGP, in corso di riconoscimento, rappresentano uno strumento di competitività e di differenziazione del prodotto sui mercati- che a detta del presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola – consentono di caratterizzare e far uscire dall’anonimato l’olio reggino. Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il presidente della provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa ed il consigliere regionale Alessandro Nicolò che hanno apprezzato l’iniziativa e ribadito il loro impegno.
Da qui la necessità di ripensare l’olivicoltura calabrese – incrementandone la competitività attraverso l’adozione di modelli olivicoli innovativi – e supportare la ricerca e la sperimentazione di campo, per la definizione e lo sviluppo di modelli colturali che garantiscano quantità e qualità dei prodotti, come è stato rilevato, per il proprio campo di competenza, dai professori Marco Poiana e Giuseppe Zimbalatti e Rocco Mafrica del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e dal Dott. Pietro Toscano del Cra-Oli di Rende (Cs).
«Da imprenditore agricolo, so bene quali siano le problematiche del comparto – ha affermato il consigliere regionale Mauro D’Acri, delegato del Presidente Oliviero, a conclusione dei lavori – per questo cercheremo di agire per dare risposte concrete all’industria agroalimentare calabrese e alla nostra olivicoltura, sfruttando a pieno le risorse di cui disponiamo – quelle del Piano di Sviluppo Rurale e gli altri fondi comunitari – e investendo su ricerca e innovazione. È necessaria però una maggiore cooperazione tra le aziende calabresi – ed i PIF rappresentano un progetto strategico in tal senso perché consentono di realizzare le filiere e aggregazione al loro interno. I nostri prodotti di qualità vengono riconosciuti in tutto il mondo: dobbiamo avere più coraggio di imporci sui mercati e comunicare al meglio le nostre eccellenze».
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