Lettera aperta dei docenti dell’Istituto “R.Piria”

I docenti e gli alunni dell’istituto “Piria” di Rosarno si stringono attorno alla preside Russo

«Mai nessuna opera giornalistica potrà intaccare il facere operoso di una donna mossa da intenti autentici e profondi di educazione alla legalità»

INDIGNAZIONE E STUPORE: Sono queste le uniche parole che potrebbero pronunciarsi in risposta all’articolo pubblicato il giorno 3 maggio 2012, sul quotidiano”Calabria Ora” recante la firma del sig. Ilario Filippone! Per quanto sia chiaro che mai nessuna opera giornalistica potrà intaccare il facere operoso e diligente di una donna mossa da intenti autentici e profondi di educazione alla legalità, di una rappresentante dell’istituzione scolastica da sempre dedita, anima e corpo, ad un’amorevole opera di educazione della mente e, prima ancora, dello spirito dei suoi ragazzi allo scopo di distogliere l’attenzione loro dal vortice criminale che li circonda; ciò premesso, va evidenziato come il vero sconcerto del caso de quo sul piano etico-morale ruoti proprio intorno al contenuto dell’articolo suddetto che, lungi dal mettere in risalto dubbi concernenti la situazione familiare della preside Russo, pare esso stesso frutto acerbo di quell’albero che si nutre della mentalità di largo respiro “mafiosa”; di quella cioè, che procede con lo scopo precipuo di annullare e seppellire (inutilmente) gli sforzi di coloro che si impegnano quotidianamente e profondamente nella lotta alla mafia. E, non è sufficiente a parer nostro, il richiamo fatto da parte del “giornalista” invocare al principio secondo cui la responsabilità penale è personale, per salvarsi in calcio d’angolo. Ci si dimentica, infatti, che il nostro sistema giuridico è garantista; che nessuno può considerarsi colpevole se non per il tramite di condanne passate in giudicato; che ad ognuno di noi, con i tempi che corrono potrebbe giungere a casa un avviso di garanzia, che ogni attimo della nostra vita potremmo essere accusati ingiustamente ma, il binomio accusa-colpevolezza non è un binomio perfetto. Messo in chiaro ciò, ne consegue che l’articolo del signor Filippone si è limitato a gettare discredito ad una donna meravigliosa ed ammirevole senza alcuna Ragione ed in modo del tutto arbitrario, al solo scopo evidente di sminuire la sua opera di educazione alla “legalità” senza ovviamente riuscirvi!! L’articolo di Piero Sansonetti che fa da corredo a quello di Filippone così esordisce: «Però, per obbligo professionale dobbiamo dirvi che ci siamo accorti che la professoressa Russo è in una situazione familiare complicata … ». Bè, in realtà l’obbligo professionale di questi signori dovrebbe spingere loro ad accendere i riflettori sui reali problemi della società, anziché gettare, anche solo indirettamente ombre inesistenti sulla vita di una donna verso la quale solo lodi potrebbero muoversi, perché ha saputo da sempre, e continua a farlo, trovare in una striscia territoriale quanto mai ostile e difficoltosa la strada giusta per giungere al cuore dei suoi ragazzi.

Ed infine per amore di verità va precisato che i suoi fratelli non sono detenuti in quanto i figli frequentano lo stesso Liceo e son sempre presenti agli incontri scuola-famiglia; forse hanno il dono dell’ubiquità? Non sarebbe il caso di verificare le notizie prima di pubblicarle a caratteri cubitali? Se invece l’intento del signor Filippone era quello di dire che i fratelli sono liberi in attesa di processo, evidentemente utilizza impropriamente la lingua italiana. Va precisato che la preside non ha mai fatto mistero della sua storia personale. ALLA NOSTRA AMATA PRESIDE, L’AUGURIO DI CONTINUARE CON LA PASSIONE DI SEMPRE, L’OPERA INTRAPRESA.

Carmen Vona e i docenti tutti dell’Istituo “R.Piria” di Rosarno

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