Anime nere è un romanzo pubblicato nel 2008, ma divenuto celebre grazie all’omonima versione cinematografica presentata in concorso all’ultima edizione del Festival di Venezia.
Il romanzo tratta le vicende di tre ragazzi dell’Aspromonte non affiliati alla ‘Ndrangheta, ma coinvolti in una miriade di situazioni tipiche della malavita. È il viaggio infernale dei tre protagonisti, carnefici, ma anche vittime di un male antico nato nelle viscere dell’Aspromonte. Muteranno il destino loro e quello di migliaia di persone che incontreranno sul proprio cammino e in particolare nei luoghi dell’Aspromonte e a Milano.
A presentare l’opera, presso il Liceo Scientifico “R.Piria” di Rosarno, è lo stesso autore Gioacchino Criaco, accolto oggi 26 novembre dalla dirigente Mariarosaria Russo e da una platea di studenti che, coordinati dalla prof.ssa Grace D’Agata, avevano già letto il romanzo ed avevano quindi elaborato numerose e profonde riflessioni da condividere con l’autore.
Ha moderato l’incontro il giornalista Roberto Grandinetti, caporedattore del Quotidiano della Calabria, sinceramente compiaciuto dell’attenzione posta dagli studenti alle tematiche trattate dall’autore e alla sua opera.
Profondamente coinvolta anche la Preside Russo che ha rilevato, peraltro, come la scuola sia da tempo coinvolta in proficui percorsi di legalità nei quali rientra a pieno titolo l’incontro con uno scrittore che ha avuto la capacità di sviscerare il male che agisce nelle anime dei mafiosi, anime nere appunto.
Di grande impatto, infine, le risposte e i commenti che Gioacchino Criaco ha rivolto agli studenti, precisando soprattutto che la sua opinione non coincide con quella espressa dall’io narrante, che lui ha voluto creare degli anti eroi verso i quali il lettore non deve minimamente provare attrazione.
“Il vero dramma è infatti – ha proseguito lo scrittore – il rapporto malato che intercorre tra società e mafia, laddove una ha bisogno dell’altra. Non c’è lotta tra il bene e il male, ma tra male e male che si trova in ognuno di noi. La stessa società che oggi finge ipocritamente di ripudiare la mafia, è quella che in passato si è arricchita grazie ai suoi traffici.”
Ciò non impedisce però allo scrittore di sperare nel cambiamento. “Questo è un Istituto in cui ho trovato molta capacità critica e indipendenza di giudizio. La maggior parte di voi sbaglierà meno!” è stato infatti il commento finale di Giocchino Criaco, pienamente condiviso dal giornalista Roberto Grandinetti e dalla
Preside Mariarosaria Russo.
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