Il modulo del progetto PON per Adulti “Noi e gli altri” ABC Italia: alfabetizzazione dell’Italiano come L2 si è appena concluso con successo.
La Dirigente Scolastica Mariarosaria Russo, forte dellasua proverbiale filantropia, ha ancora una volta scosso le coscienze collettive, creando una rete umana di solidarietà che ha coinvolto studenti e insegnanti dell’IIS R. Piria, associazioni, liberi cittadini, e tutti coloro che hanno contribuito a “certificare” le competenze dei nostri apprendenti.
Il progetto si è svolto presso l’IIS R. Piria di Rosarno, un comune ubicato a pochi chilometri dalla Tendopoli di San Ferdinando, la più famosa d’Italia, che ospita a tutt’oggi gran parte degli apprendenti stranieri/immigrati che hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Per un immigrato è fondamentale apprendere l’italiano L2 come lingua della sopravvivenza, del lavoro e degli scambi, ma è imperativo certificarne le competenze ai sensi del QCER, al fine di poter rinnovare il permesso di soggiorno in Italia e regolarizzare la loro stessa posizione nel paese ospite.
Tra le finalità del PON appena concluso vi è quindi lacertificazione linguistica dell’italiano come L2, CILS A2 Integrazione, realizzatasi in collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena, con cui l’IIS R. Piriacollabora attivamente e ininterrottamente da quasi un decennio, vantando e garantendo, tra l’altro, un’attiva ed esclusiva formazione DITALS e CILS all’interno di un istituto d’istruzione superiore statale.
Tra i docenti che hanno avanzato il progetto si annoverano Saveria Violi – nella veste di Tutor del PON, sempre e comunque attenta non solo alla gestione burocratica progettuale ma anche all’aspetto didattico-interazionale, fondamentale per il buon esito del percorso – e Mattia Milea, Esperta del PON formatrice Ditals/Cils e somministratrice certificata dall’Università per Stranieri di Siena, che da anni organizza all’interno dell’istituto corsi di formazione e di orientamento di glotto-didattica per docenti e formatori di Italiano come L2.
Uno dei metodi suggeriti dalla prof.ssa Pierangela Diadori di Siena per questo tipo di apprendenti è quello umanistico-affettivo, con particolare rilievo all’approccio comunicativo, il cui punto di partenza trova collocazione naturale nella sociolinguistica, nonché nella dimensione pragmatico-linguistica e interculturale della comunicazione.
La preside Russo ha voluto consegnare gli attestati di frequenza del percorso PON in auditorium, davanti a un nutrito pubblico che ha condiviso un momento in cui sono state messe a confronto tradizioni e culture. I veri protagonisti sono stati gli stessi apprendenti/corsisti che, invitati dalla preside sul palco, si sono commossi nel ricevere attestazioni e applausi.
E le immagini di questi giovani adulti scorrevano sul maxischermo, davanti a una platea sempre più commossa e partecipe: i nostri immigrati nigeriani, malesi guineani, senegalesi, si vedevano arrivare a lezione, uno dopo l’altro, su una bicicletta di seconda mano modello Graziella, inevitabilmente stanchi, con l’odore di terra e di agrumi addosso, una bustina bianca in mano con dispense, fotocopie, matite e penne, felici e soddisfatti di entrare in una scuola “vera”. Alcuni di loro, per la prima volta,, sedevano su delle sedie, scrivevano su dei banchi, vedevano una LIM e avevano delle docenti pronte a fornire loro strumenti e mezzi, ed erano davvero felici, come si leggeva dalla meraviglia quasi infantile che traspariva dai loro sguardi riservati e timidi allo stesso tempo.
Tutto questo è stato possibile anche grazie alle volontarie Nadia Lucisano, Maria Corso, Miriana Zungri, e alla prof.ssa Angela Gullì, per aver incoraggiato i giovani/adulti a iscriversi al corso e iniziare un vero e proprio percorso di istruzione e integrazione, ai nostri studenti e docenti, alle associazioni e a tutti coloro che hanno dato direttamente o indirettamente un proprio supporto, ma soprattutto grazie alla dirigente Russo e alle due docenti Mattia Milea e Saveria Violi, che hanno“adottato” professionalmente parlando i corsisti, e dato loro l’opportunità di frequentare una scuola “vera”, circondati da tanto “affetto”, quello che abbatte ogni “muro” per arrivare allo scopo finale: INSEGNARE senza “filtri” e al di là di ogni “barriera”.
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