Il liceo scientifico “Raffaele Piria” di Rosarno ha ricordato Maria Berlingò, docente di Italiano di una scuola secondaria di secondo grado nella provincia di Catanzaro, la quale non c’è più ma è come se ci fosse ancora perché di lei è rimasta la sua missione umana tra i banchi di scuola, o meglio, il suo saper educare, istruire e formare mente e cuore dello studente. Una missione che malgrado la grave malattia le ha permesso di fare dell’insegnamento una delle più nobili professioni. Di lei sono rimasti anche due libri intitolati: “L’alto potenziale cognitivo in classe” e “Genitori d’eccellenza”, editi da La Rondine e scritti con Salvatore Borelli, in cui emerge, il bisogno d’incisività e impegno da parte degli insegnanti a tirar fuori da ogni singolo studente i loro talenti innati, che vanno al di là delle conoscenze, lasciando spazio alla loro creatività soffocata spesso dalle convenzioni. «Il successo formativo deve essere assicurato a tutti», sosteneva la Berlingò ed anche la dirigente scolastica del Piria Maria Rosaria Russo che non ha mai perso un’occasione per formare i suoi docenti ed alunni attraverso corsi e seminari di studi come quello di ieri mattina moderato dalla professoressa Vera Violi nell’auditorium della stessa scuola. Un incontro dall’alto valore pedagogico che ha consentito al marito della Berlingò, Ferdinando Fisca, di ricordarla, «come madre esemplare e come una donna che ha vissuto la sua professione con totale abnegazione, al servizio degli alunni e dei genitori, perfino nei momenti in cui le forze la stavano abbandonando». Si è rapportato con gli studenti del Piria, lo scrittore padovano Borelli, rispondendo alle loro domande e commentando alcuni filmati che hanno avuto lo scopo di farli riflettere sulla necessità di scavare dentro se stessi per assecondare la propria vocazione naturale e per dare voce alle loro emozioni. «Tutti abbiamo un dono ed esso va educato», ha detto Borelli, spiegando la metodologia dell’albero dei talenti, una intuizione della Berlingò, le cui “radici” permettono di valutare in maniera obiettiva gli studenti. «Perché occorre valutare non per verifica sommativa ma per verifica formativa, poiché la competizione scatena aggressività». Si è soffermato sull’inclusione dei ragazzi dotati di un alto potenziale cognitivo, “i talentuosi”, Maurizio Piscitelli, ispettore Miur, mentre la docente Grace D’Agata e l’ispettore Miur Antonio Blandino hanno fatto notare come un ragazzo non può essere classificato con un voto. Ha riconosciuto alla preside Russo il merito di aver compiuto a Rosarno una rivoluzione culturale e sociale che ha oltrepassato la scuola, il consigliere regionale Giovanni Arruzzolo, che le ha assicurato il suo sostegno. Ha chiuso l’incontro il piccolo Alessandro Sisca, figlio della Berlingò, recitando una frase di Rita Levi Montalcini:«Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita».
Il servizio di pianainforma.it
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