“Se anche i figli delle famiglie mafiose prendono le distanze dalla ‘Ndrangheta significa che la scuola svolge sul serio il suo compito”. È questa la sintesi della lezione che Mariarosaria Russo ha tenuto all’Università della Calabria durante il corso di Pedagogia della Comunicazione tenuto da Mario Caligiuri. Mariarosaria Russo dirige da dieci anni il Liceo “Piria” di Rosarno, una scuola superiore con oltre mille studenti e diversi indirizzi. E in questi dieci anni nessuno studente che ha frequentato l’istituto è stato coinvolto in episodi criminali. Un esempio nazionale che proviene da un territorio difficile, reso possibile ponendo regole precise e per tutti, valorizzando il corpo docente, coinvolgendo le istituzioni per proporre un modello formativo concreto che rappresenta un’alternativa reale al disagio e ai falsi valori della ‘Ndrangheta. Tra gli studenti di Rosarno – ha spiegato la dirigente – vi sono stati anche figli di boss o presunti tali e studenti appartenenti ad entourage criminali che, dopo l’attività educativa, si sono dissociati dai comportamenti delle loro famiglie, avendo intravisto un’alternativa di legalità. L’esperienza educativa messa in pratica dalla Russo non consiste nella passiva trasmissione di nozioni ma nell’elaborazione critica dei saperi. Infatti, grazie alle molteplici strutture di cui dispone la scuola, come laboratori di ultima generazione e impianti sportivi, e ad una ricchissima offerta formativa, gli studenti comprendono la convenienza dello studio e della legalità. “Potete scegliere da che parte stare e se decidete di intraprendere la via dei facili guadagni senza sudore vi ritroverete nei gorghi di esistenze straziate dalla dura esperienza del carcere o addirittura recise da inappellabili sentenze di morte”; queste le parole usate dalla preside per scuotere le coscienze. Di particolare significato simbolico, ma anche educativo e pratico, è stata l’assegnazione alla scuola dei beni e dei terreni confiscati alla ‘Ndrangheta, che erano inutilizzati da anni. Da questi oggi provengono prodotti come l’olio della Legalità, rigorosamente biologico e dedicato a Rosario Livatino, il giudice ragazzino. “Ribaltiamo la cartina geografica” ha concluso Mariarosaria Russo, invitando gli studenti a sognare e a rimanere nella nostra terra per contribuire allo sviluppo delle tante risorse. Ha concluso la lezione Mario Caligiuri che ha evidenziato il profondo valore educativo dell’esperienza della preside Russo che ha avuto l’attenzione del Capo dello Stato e dei Ministri dell’Istruzione che si sono succeduti.Tra l’altro, ha ricordato Caligiuri, è stato anche pubblicato un volume che descrive l’attività svolta dal titolo “Generazione Rosarno” scritto da Serena Uccello, giornalista de Il Sole 24 Ore. “Oggi abbiamo ascoltato – ha concluso Caligiuri rivolto agli studenti – un’esperienza esemplare che va conosciuta sempre di più perché rappresenta una testimonianza di come per davvero la realtà si possa trasformare grazie alla scuola, perché l’educazione è l’unica forma di cambiamento possibile”.
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