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“La storia tra le dita” Seminario di legalità e giustizia con Massimo Savastano

 

Autore di numerosi volumi dedicati al tema delle mafie, per spiegarne i meccanismi contorti ma anche per diffondere una nuova consapevolezza sulla effettiva possibilità di combatterle, il prof. Massimo Savastano, presidente dell’associazione o.n.l.u.s. NOE (Noi oltre Eboli), ha incontrato oggi, mercoledì 21 febbraio gli studenti del Liceo Piria di Rosarno per una conferenza sui temi della legalità e giustizia, da molto tempo ormai al centro di un percorso di conoscenza e riflessione, fortemente voluto e perseguito dalla dirigente dell’Istituto Mariarosaria Russo. In collegamento skipe e diretta streaming hanno inoltre partecipato all’evento gli allievi del Liceo scientifico Galilei di Borgomanero (NO), diretto dalla prof.ssa Gabriella Cominazzini. Quasi un gemellaggio, reso possibile dall’impegno di Marco Pratticò dell’associazione Noe, per l’impegno comune ai due Istituti nel creare nelle giovani generazioni una nuova coscienza critica e sociale verso il fenomeno malavitoso che ormai attanaglia il Sud quanto il Nord Italia, seppure con diverse modalità. Il primo è infatti territorio controllato, ma il secondo rappresenta il luogo prediletto per gli affari economici. Continua la lettura di “La storia tra le dita” Seminario di legalità e giustizia con Massimo Savastano

Piera Aiello al liceo “R.Piria” di Rosarno

“Io non ho accettato di vivere in un paese di vedove e orfani”. Così Piera Aiello, prima testimone di giustizia in Italia, manifesta il suo fermo rifiuto a quella mafia che già ebbe modo di definire “Maledetta” in un libro scritto qualche anno fa, insieme con il giornalista Umberto Lucentini e con una postfazione di don Luigi Ciotti, per le edizioni San Paolo.

Si presenta con grande semplicità alla platea di studenti, associazioni e autorità civili e militari tracui il Generale Vincenzo Amendola, il Capitano Gabriele Lombardo e il primo Commissario Eugenio Aloia, riuniti presso l’auditorium del Liceo “R. Piria” di Rosarno, una scuola che da tempo ha avviato un serio ed articolato percorso di legalità da quando, nel 2007, l’attuale Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, aveva incontrato gli studenti rosarnesi.

“Un percorso- ha ricordato la dirigente Mariarosaria Russo- che ha visto succedersi numerosi incontri e collaborazioni con magistrati del calibro di  Pignatone Pristipino, De Raho,Paci,Lombardo, Musolino, Creazzo, Sferlazza. Questa è la prima scuola in Italia che ha elaborato progetti formativi per i figli di testimoni e collaboratori di giustizia ed una delle poche che gestiscono beni confiscati alla mafia”. Lo ribadisce con forza la Preside del Piria di Rosarno, orgogliosa di essere per i suoi discenti motore di un percorso di maturazione e realizzazione di una giustizia attiva ed ancora orgogliosa di ospitare Piera Aiello, una donna la cui vita dimostra come una persona completamente estranea a Cosa Nostra possa ritrovarsi invischiata in meccanismi di cui fatica a rendersi conto.

E’ proprio Piera a raccontare la sua storia con parole semplici, anzi evidenziando quella semplicità, quasi ingenuità, che caratterizzava la sua vita di adolescente a Partanna, nel trapanese, dove viveva con la sua famiglia.

Piera è una ragazzina come tante, che viene corteggiata con insistenza da un bel ragazzo che sembra proprio innamorato e che appartiene a una “buona famiglia”, molto rispettata in paese. Ma Piera e i suoi genitori non conoscono i veri motivi di questo rispetto. 

È così che a diciotto anni Piera si ritrova ad essere la nuora del boss del paese, Vito Atria, e si trova presto a rendersi conto della sua nuova realtà. Don Vito Atria viene ammazzato. Da quel momento il marito entra nel vortice della vendetta, diventa violento con la moglie, tenta di uccidere il presunto assassino del padre, viene a sua volta ammazzato, proprio sotto gli occhi di Piera.

Da quel momento inizia per Piera una vita di domande, preoccupazioni e inquietudini che le impediscono di restare inerte a quanto è accaduto. Lei non può accettare questa commistione di violenza, questo destino di morte che sembra ormai il suo paese. Così decide di chiedere aiuto a tanti rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine che le consentono di andare avanti, che la proteggono dandole una nuova identità e residenza, mentre lei di fronte ai magistrati mette a verbale le sue testimonianze, tutte raccolte in un diario personale su cui scriveva da ben dieci anni. Una vita di grandi sacrifici, anche economici (Piera non può lavorare, deve vivere con quel poco che le passa lo Stato) e di insensati grovigli burocratici. Una vita in cui incontra anche persone come Paolo Borsellino, da lei chiamato lo “zio Paolo” da quando lo conobbe a Terrasini e rimase stupita dal suo accento siciliano e dai suoi modi di fare.

Piera è orgogliosa della sua scelta che le ha permesso di restare lontana da uomini che lei definisce “non d’onore ma di “merda”, è consapevole dei sacrifici sostenuti, ma anche della necessità di lottare affinché venga garantita dignità di cittadini attivi ai testimoni di giustizia. E’ consapevole anche dell’importanza di alcune persone entrate in contatto con lei in questo difficile percorso come Don Luigi Ciotti e l’avvocato Giuseppe Gandolfo, coordinatore dell’associazione antimafia e anti-racket “La verità vive, presente in Auditorium e attivo sostenitore delle battaglie e del desiderio di divulgazione della necessaria verità di Piera Aiello.

Riconoscendo che “non sempre le scuole operano con la serietà e i principi di questo Istituto e di questa presidenza” l’avvocato Gandolfo ha voluto raccontare le finalità dell’Associazione, che mai ha chiesto contributi pubblici, ed ha parlato della necessità, tuttora impellente, che la verità venga divulgata e difesa soprattutto rapportandosi ai giovani per far emergere in loro un sano senso di giustizia, lo stesso che ha animato la lotta di Piera Aiello.

Caldi e sinceri gli applausi dei presenti e soprattutto degli studenti che hanno voluto offrire numerosi spunti di riflessione e domande.

Tra gli interventi è da evidenziareinoltre la testimonianza di un ex allievo del Liceo, attuale Generale della Guardia Finanza, dott. Vincenzo Amendola, presente all’incontro, che ai ragazzi ha detto “Non è una questione di dove si nasce o si cresce, ma è una questione di scelte di vita. Non vi escludete mai, non vi esponete, ma imparate a vivere la comunità con onestà e normalità.”

Studenti e docenti del liceo Piria aderiscono al Registro di Cittadinanza consapevole

Un inno alla partecipazione, quello urlato a gran voce dalle più alte cariche istituzionali, tutte presenti alla cerimonia, presso il teatro Cilea di Reggio Calabria, per presentare il primo Registro di Cittadinanza consapevole alla comunità tutta ma soprattutto agli studenti reggini convenuti in gran numero da quasi tutte le scuole della provincia.Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà; Cinzia Nava, presidente Commissione Pari Opportunità Regione Calabria; Bernardo Petralia, Procuratore Generale della Repubblica; Luciano Gerardis, Presidente Corte d’Appello; Maria Grazia Arena, Presidente Tribunale di Reggio Calabria; i presidenti dei tribunali di Palmi e Locri, Epifania e Palermo; e Michele di Bari, Prefetto di Reggio Calabria che ha infine ospitato nel Palazzo del Governo i rappresentanti delle istituzioni per le prime firme nel registro che resterà aperto.

L’iniziativa nasce da un’idea di Giovanna Cusumano ” – avvocato, già Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Calabria –che rivolgendosi ai ragazzi con un’emozione a stento controllata ha detto: “Occorre essere uniti in un percorso condiviso di rinnovamento, in una sinergia tra istituzioni e società civile. Serve il coraggio della presa di posizione, perché il “No” a volte va urlato. A voi ragazzi affidiamo il futuro di questa città, a noi il compito di lasciare basi solide su cui progettare il domani”.   Continua la lettura di Studenti e docenti del liceo Piria aderiscono al Registro di Cittadinanza consapevole

Gli studenti del Liceo Piria salutano il Procuratore Federico Cafiero De Raho, nominato Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo

Federico Cafiero De Raho saluta la città di Reggio Calabria, dopo anni di lavoro, di contrasto alla ‘ndrangheta, quella che – dice – “è l’organizzazione più potente del mondo”. Quattro anni e mezzo in cui, il nuovo procuratore nazionale antimafia ha tentato con successo di ricostruire quel rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini.

E la città lo ripaga dell’impegno: una sala gremita, all’interno del palazzo di giustizia, presso la sala Versace. Associazioni, ordini professionali, forze dell’ordine e, per le scuole, tantissimi studenti del liceo Piria di Rosarno ed una piccola rappresentanza del liceo Vinci di Reggio Calabria. Tutti per salutare il procuratore che lascia una pesante eredità, quella di un civil servant, come lo ha definito il procuratore aggiunto, Gaetano Paci: “Federico Cafiero De Raho è stato uno che si mette a disposizione della comunità, combattendo quel concetto di bene comune trascurato”.

La gratitudine degli uffici giudiziari viene espressa anche dall’avvocato generale dello Stato, Fulvio Rizzo, e dal presidente della Corte d’Appello, Luciano Gerardis: “La gratitudine di tutta la città non è solo per il lavoro svolto, ma anche per i valori espressi: grazie per il tuo lato umano” afferma il presidente Gerardis. Il presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Mariagrazia Arena, invece, sottolinea “il ruolo di apertura alla parte migliore della società”. Un pensiero condiviso anche dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Tutto ciò permesso dalla “Squadra Stato”, come ha sottolineato un commosso questore Raffaele Grassi e il prefetto, Michele Di Bari dichiarando “Federico Cafiero De Raho è stato l’amico di tutti, l’amico vero di cui le Istituzioni hanno bisogno. Un simbolo che è un esempio”.

A seguito degli interventi ufficiali, hanno voluto rivolgere un sentito omaggio gli studenti del Liceo “R.Piria” di Rosarno, presenti in ben 200 alla manifestazione. A parlare è stata Alessia Bulzomì, portavoce della gratitudine e della stima dei giovani rosarnesi verso un uomo che è stato per loro “fiaccola delle coscienze”. Il procuratore, già visibilmente commosso dalle parole della studentessa, ha visto poi questi giovani alzarsi tutti in piedi, innalzando uno striscione a lui dedicato e inneggiando al suo nome. Anche la Dirigente Mariarosaria Russo ha voluto salutare con un partecipe abbraccio il procuratore con cui ha condiviso numerose iniziative di legalità per i suoi studenti.

 

Infine, le parole, commosse proprio di Federico Cafiero De Raho: ” Tanti subiscono la ‘ndrangheta come schiavi, ma non perché non hanno dignità. E però chi denuncia è un baluardo per la propria famiglia, ciascun cittadino deve sentirsi una parte dello Stato e in questo senso gli imprenditori dovranno avere più coraggio perché i silenzi e l’omertà sono lo scudo della ‘ndrangheta” ed ancora “Ho incontrato tanti giovani, da loro ho imparato che la ‘ndrangheta sarà annientata perché loro sono consapevoli dei loro diritti”. Ma è solo un arrivederci: “Vi voglio bene, non vi dimenticherò mai”.

Il servizio di Rai3 Calabria

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L’IIS “R. Piria” riceve i beni confiscati alla mafia del Comune di Rosarno

Con delibera n°49  del 3 ottobre la Giunta comunale di Rosarno ha disposto l’affidamento in concessione dei beni confiscati alla mafia all’IIS “R. Piria”, istituto che già da tempo è impegnato in una costante opera di educazione alla legalità e che già ha sperimentato l’utilizzo sociale di tali beni  con ottimi ed evidenti risultati sia dal punto di vista della gestione che da quello della ricaduta educativa sugli studenti coinvolti in diversi progetti appositamente elaborati. Grande soddisfazione dunque per la Dirigente Mariarosaria Russo che ha convocato per il 10 ottobre p.v. la commissione tecnica per discutere sulla delimitazione dei terreni in oggetto.

In allegato si pubblica relativa delibera comunale con piantina riferibile ai terreni da delimitare.

terreni confiscati