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Olio “Rosario Livatino”


Come esige una tradizione
ormai consolidata, anche quest’anno l’istituto “Piria” ha dato avvio alla campagna per la produzione dell’olio intitolato alla memoria di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” assassinato in Sicilia dalla mafia nel 1990.

L’ “oro verde” è il frutto della coltivazione di 120 magnifiche piante di ulivo, che fanno da cornice all’Istituto Agrario, che ha in gestione 6 ettari di terreno ubicati all’interno del Parco archeologico di Medma, a disposizione di docenti e allievi per le quotidiane pratiche didattico-formative, covidpermettendo.

Per definire il piano di lavoro dallaraccolta delle olive all’imbottigliamento dell’olio, che sarà devoluto in beneficenza, la preside Mariarosaria Russo ha riunito lo staff dei collaboratori, composto dai docenti Francesca Corso, Vera Violi, Marcello Messina, Salvatore Macri’, Gaetano Mercatante, Mattia Milea, Mariarosaria Ingegnere, Eleonora Contartese, “ancora una volta chiamati – come ha sottolineato la dirigente – ad essere i portavoce di un cambiamento radicale e asservito solo alle leggi della legalità, integrazione, accoglienza, opportunità per tutti

Nelle scorse stagioni l’olio Livatino è assurto agli onori della ribalta nazionale perché offerto al Presidente della Repubblica Mattarella e a Papa Francesco “quale dono di una terratravagliata e difficile, eppure impegnata, attraverso l’istituzione scolastica, a garantire ai giovani un percorso formativo  d’elezione nel segno distintivo dei valori della Giustizia, della Pace e dell’Amore universale”. Lo stesso olio è stato inviato ad Assisi per alimentare le lampade votive nel tempio consacrato a San Francesco.

Per quest’annata si annuncia una produzione straordinaria dell’olio per qualità e quantità. La Calabria ha sottolineato la Preside Russo è una terra ricca di professionalità e di opportunità, una terra magica dove ogni vincolo può trasformarsi in risorsa, opportunità e professionalità. E’ sul concetto di risorsa che la prof. Francesca Corso  ha fatto riflettere  i ragazzi collegati in videoconferenza,una risorsa, quella custodita dalla piana di Gioia Tauro, che trae linfa e vigore dall’agricoltura, attraverso cui si possono abbattere dei topos che etichettano questo territorio ai consueti luoghi comuni negativi e avvilenti, la cui risposta più pulita  è stata fornita dalla scuola con l’Olio delle Legalità dedicato alla memoria di “Rosario Livatino“. “Lavoro in rete” è il leitmotiv dei Proff. Marcello Messina e Gaetano Mercatante:lottare contro l’asprezza di un territorio difficile. Dopo un confronto propositivo, la preside Russo, assieme ai docenti intervenuti Saveria Violi , Salvatore Macrì,Eleonora Contarese,Mariarosaria Ingegnere,Mattia Milea,invita tutti a scoprire un percorso creato dai giovani studenti dell’istituto agrario in laboratori adibiti alla valorizzazione e trasformazione dei prodotti. Solo attraverso un’ottima guida, una valida formazione, un incisivo confronto e un fattivo impegno, è possibile dare voce a un popolo e a un territorio che ha ancora molto da dire e da programmare in termini di progetti reali frutto di sogni.

 

 

SILENZIO In Memoria delle VittimE di violenza

 


Risuona il s
ilenzio e la commossa partecipazione on linenell’Auditorium del Piria di Rosarno, dove a parlare sono decine d scarpette rosse adagiate sul maestoso palco con accanto i nomi di tantissime donne vittime di violenza. La Preside Russo ha voluto rivolgere un messaggio a tutta la comunità scolastica: “Nella moderna società l’istituzione scolastica assume un ruolo pregnante sull’educazione e  formazione delle nuove generazioni;infatti risulta quanto mai necessario sensibilizzare ed informare gli adolescenti e i giovani in modo da metterli in condizioni di riconoscere, affrontare e denunciare qualsiasi forma di violenza perché possa essere affrontata anche attraverso la costruzione di reti di relazioni in grado di sostenere concretamente le donne nei loro percorsi di contrasto alla violenza stessa sia essa psicologica che fisica. L’ Istituzione scolastica ha il compito precipuo di prevenire il riproporsi di schemi e di modelli comportamentali violenti a carico delle nuove generazioni. E’ necessario iniziare a sperimentare nuove forme di convivenza civile,azioni di prevenzione,educare alla costruzione della cultura delle pari opportunità,mettendo in discussione stereotipi e stimolando una diversa consapevolezza tra le giovani generazioni. Risulta quindi fondamentale che, il modus operandi all’interno della comunità scolastica, tenga conto dell’esistenza di due generi aventi stesso valore e stessa dignità. In tutte le classi virtuali del Piria di Rosarno e Laureana di Borrello,  sulla piattaforma TEAMS, sono stati osservati tre minuti di silenzio in memoria di  tutte le vittime delle violenze e delle prevaricazioni. Ogni docente ha dedicato, inoltre, significativi, momenti di riflessione  sulla tematica in oggetto, con visione di filmati anche in lingua inglese proposti dal British Council.. Il cambiamento deve partire dalla scuola in particolare dall’educazione all’affettività che permette a tutti di prendere coscienza delle proprie emozioni e quindi controllarle. Le donne devono lottare, devono avere la forza di denunciare abusi e violenze, anche  le violenze domestiche che purtroppo,come afferma la studentessa della 3A  dell’ITE Tavella “nel periodo del lockdown si sono accentuate, perchè le donne non trovano il coraggio di reagire”. “Alza il capo o  Donna” ha chiosato la Preside,”sei una guerriera che non si arrende,sei musica e sole,sei forza ed amore”

 

 

riconoscimento alla preside russo presso istituto italiano di criminologia

Nell’ambito delle “Giornate di Scienza,Cultura e Giustizia”,organizzate dall’Istituto Italiano di Criminologia di Vibo,è stato conferito l’ennesimo riconoscimento,alla presenza di studenti,autorità civili e del Procuratore Capo della Repubblica di Vibo Camillo Falvo,alla Preside Mariarosaria Russo dal Prof. Saverio Fortunato,criminologo e clinico,Rettore dell’Istituto con la seguente motivazione “Per la tenacia,la bravura e l’amore che dedica alla Scuola in una terra difficile”.

L’iniziativa,finalizzata ad ampliare l’offerta formativa del Corso di Laurea in Mediazione Linguistica-Indirizzo Criminologia e Intelligence,ha avuto, come protagonisti della seconda giornata, Gianfranco Franciosi,il primo civile infiltrato nei narcos, che ha contribuito a sgominare una delle più potenti organizzazioni mondiali di traffico di stupefacenti e la Preside Russo.

Quest’ultima ha accompagnato Franciosi in un viaggio dell’anima tra emozioni e l’intermittente intersecarsi di flashback attraverso cui si è snodata la tormentata storia di infiltrato su cui si incentra la fiction “Gli orologi del diavolo”,interpretata da Beppe Fiorello in onda su Rai 1 a partire dal 26 ottobre.

La Preside,con il magistrale coordinamento del Rettore Fortunato,ha inteso esaltare la figura di Franciosi,premiato dal Procuratore Falvo,entusiasmando i presenti, come coraggioso testimone di Giustizia e Verità a cui le giovani generazioni devono ispirarsi.

Nell’invisibilità delle città calviniane,ha chiosato la Preside,il viaggiatore sa bene che un giorno apparirà un bivio di fronte al quale dovrà prendere coscienza dei suoi limiti e delle sue potenzialità e “accettare l’inferno o diventarne parte fino al punto di non vederlo più…. o cercare e saper riconoscere chi e cosa,in mezzo all’inferno,non è inferno,e farlo durare e dargli spazio”.

IL PIRIA DI ROSARNO PRIMA SCUOLA D’ITALIA AD ADOTTARE COME TESTO DI ED.CIVICA IL LIBRO DEL GIUDICE DI BELLA

Un’autobiografia, un romanzo, un giallo, un testo di diritto minorile: tutto questo e  molto altro ancora nel volume di Roberto Di Bella che definisce il suo libro un racconto autobiografico, autentico, un diario di appunti per lasciare una traccia culturale ed emotiva sui 25 anni di lavoro in territorio reggino. Per il suo alto valore pedagogico ed educativo  il Consiglio d’Istituto ed il Collegio dei docenti dell’Istituto  Piria di Rosarno,aderendo al Progetto Nazionale MIUR, hanno deliberato all’unanimità di  adottare in tutte le classi ,il libro del Giudice Di Bella come testo di educazione civica,disciplina divenuta obbligatoria a partire dal prossimo anno. L’iniziativa fortemente voluta dal Dirigente scolastico,prof.ssa Mariarosaria Russo che da trent’anni opera in aree a rischio e da tutte le componenti scolastiche,compresi gli oltre mille discenti, vuol offrire agli studenti a rischio, in un territorio difficile come quello di Rosarno, un’ opportunità di riscatto,la possibilità di intraprendere percorsi virtuosi di legalità e dunque poter essere “liberi di scegliere “  il proprio futuro. “La ‘ndrangheta si eredita purtroppo” dice il giudice Di Bella che dal 2012 ha dato la possibilità a molti ragazzi provenienti da famiglie mafiose, di fare un’altra scelta, tutelandoli e fornendo loro strumenti culturali per essere “liberi di scegliere”. Per il Giudice Di Bella la svolta  è stata la sofferenza di tanti nuclei familiari. Ora il progetto ha l’appoggio di tante Istituzioni ed in primis del MIUR , accendendo un faro su un tema nevralgico, sottovalutato per anni dalla società civile, offrendo un progetto di vita a ragazzi e madri. Per aver avuto il coraggio di tendere la mano a tanti giovani desiderosi di libertà e a tante madri che sempre più trovano il coraggio del riscatto, è stato conferito dalla Preside Russo, lo scorso 6 Marzo, nella sede del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria al Giudice Di Bella Il Premio Nazionale “Valarioti –Impastato” 2020. A rimarcare il suo impegno a fianco degli Istituti scolastici, la Preside Russo insieme alla Presidente dell’associazione Biesse, dott.ssa Bruna Siviglia impegnata in prima linea  in numerose iniziative volte alla valorizzazione del bene comune e su temi della giustizia e dell’umanità. Vale la pena sottolineare che  molti dei ragazzi di cui parla il giudice sono stati alunni del Piria,  ha rimarcato la Russo, con i quali abbiamo condiviso il dramma umano, il buio e la luce,  accompagnandoli  nel loro percorso di crescita anche presso le case famiglia dove sono stati ospitati ed oggi divenuti  cittadini veramente liberi.

Il Piria,con in prima linea la Preside Russo,ha condiviso questo percorso complicato ma che ha consentito a tanti giovani di scegliere liberamente da che parte stare.

Quinta edizione Premio Nazionale Valarioti Impastato


Un’altra
straordinaria ed emozionantepagina nella lotta contro la mafia è stata scritta ieri a Rosarno, dove, nell’auditorium del Liceo scientifico “Piria, si è celebrata la quinta edizione del Premio Valarioti-Impastato,promosso dall’Istituto medmeo per rendere viva la memoria di due giovani vittime innocenti della barbarie mafiosa. Per eternare il loro ricordo, specie nelle coscienze dei giovani studenti – ha sottolineato la preside Mariarosaria Russo, conduttrice della manifestazione il Piria” ha istituito il Premio da assegnare ad eroi del nostro tempoattestati nella trincea della lotta alle mafie e a personalità della società civile, impegnati quotidianamente sul fronte della legalità. Uomini e donne da indicare ai nostri giovani come esempi illustri da imitare per contribuire a costruire, grazie alla “pedagogia delle scelte responsabili” attuata nella nostra scuola, una società giusta e responsabile in grado di battere ogni forma di sopraffazione e sopruso criminale”.

Il Comitato scientifico, presieduto da Giovanni Impastato e Antonio Bottiglieri(nipote di Valarioti) e “ad honorem” dall’on. Piera Aiello, nonché da Mariarosaria Russo, Mario Bruno Belsito, Eleonora Contartese, Francesca Corso, Grace D’Agata, Marcello Messina, Arianna Messineo, Mattia Milea, Mariangela Preta, Vera Violi, ha deliberato di assegnare il Premio 2020 a: Vincenzo Agostino (padre di Antonino l’agente ammazzato assieme alla giovane moglie a Villagrazia di Carini 30 anni fa); Antonio Bartuccio (ex sindaco di Rizziconi, testimone di giustizia dopo avere denunciato infiltrazioni criminali nel Comune);Liliana Esposito Carbone (madrecoraggio” di Massimiliano giovane imprenditore ucciso sottocasa a Locri); Ignazio Cutrò (testimone di giustizia); Caterina Francese (soprano); Gianfranco Franciosi (testimone di giustizia); Maurizio Franzini(professore ordinario di Economia Politica alla “Sapienza”); Marisa Garofalo (sorella di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa dalla mafia nel 2009); Franco Neri (magistrato, noto per le sue inchieste sulle “navi dei veleni” e contro la costruzione della centrale a carbone nella Piana di Gioia Tauro); Nigun Clarinet Quartett(composto da 4 giovani artisti); Raffaella Rinaldis (direttrice emittente “Fimmina TV); Roberto Tartaglia(giovane magistrato, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia); Istituto Istruzione Superiore “Teodoro Rossi” di Priverno (promotore del primo campus della legalità); Antonio Gullo(l’unico agente di scorta di Borsellino sopravvissuto alla strade di Via D’Amelio).

Oltre ai saluti istituzionali del sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, che ha messo in rilievo l’importante azione pedagogica che l’istituto medmeo sta portando avanti per irrobustire i processi di crescita culturale e umana nei giovani allievi; da registrare il messaggio inviato dall’Ufficio di Segreteria della Presidenza della Repubblica in cui il Presidente ringrazia la Preside  per i numerosi,graditi doni pervenuti,tra i quali il giornale del Premio Valarioti-Impastato la cui prima annualità è stata consacrata  alla memoria del fratello del Presidente, Piersanti,ed il messaggio augurale  del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Presenti in sala lesorelle di Valarioti, sindaci, magistrati, religiosi, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato, parlamentari, docenti e numerosi giovani.

La manifestazione è stata trasmessa in diretta streaming dalla radio web del Piria. Intermezzi musicali a cura dell’orchestra del Piria diretta dal maestro Giordano.

Di particolare impatto emotivo l’intervento di Ignazio Cut, presidente dell’Associazione nazionale “Testimoni di Giustizia”, che si è dichiarato “un morto che cammina”, essendo stato condannato a morte dalla cupola mafiosa. “Oggi Rosarno ha battuto la mafia; la scuola l’ha sconfitta”, ha gridato, manifestando rabbia, ma anche voglia di continuare a combattere, pur avendo rifiutato la scorta, perché vuole essere un uomo libero. Invita gli imprenditori a denunciare, “a dimostrazione che lo Stato siamo noi. Mai un passo indietro e chi può faccia. Non vogliamo piangere le vittime, anzi diciamo tutti “Nto culu, mafia, come il titolo di un mio libro”. Il pubblico è scattato in piedi per tributargli un applauso scrosciante.